martedì 22 maggio 2018

EUROVISION, ISRAELE HA VINTO , ED ORA CHE SI FA?

(In foto Netta Barzilai, colei che ha portato Israele a vincere il suo terzo Eurovision)

Israele ha vinto l'Eurovision Song Contest 2018 con il brano Toy, e questo è un dato di fatto, ora c'è da discutere su cosa accadrà d'ora in avanti, se il prossimo Eurofestival si terrà davvero in Israele(probabilmente si), ed in quale situazione sociale e politica il carrozzone eurovisivo sbarcherà in medio-oriente.

Nelle prime ore successive alla vittoria Israeliana sono già circolate le prime notizie di possibili boicottaggi riguardo la partecipazione di alcuni paesi alla prossima edizione, su tutti l'Islanda ad esempio che ha raccolto ben ventiduemila firme in favore della causa di boicottaggio della manifestazione, l'emittente televisiva nazionale islandese ha affermato che sta valutando il da farsi e che la loro partecipazione non è affatto certa, stesso discorso vale per l'Irlanda, tuttavia in quest ultimo caso il tutto è limitato ad un timido appello del sindaco di Dublino che ha invitato la televisione irlandese RTE a valutare il ritiro per la prossima edizione, e siamo certi che nei prossimi giorni usciranno altri articoli del genere provenienti da altre nazioni.

Ma perchè sta avvenendo tutto questo?E' giusto politicizzare un semplice contest musicale?E' lecito boicottare una manifestazione canora per scelte politiche non condivise?il buon senso direbbe di no, ma di certo il conflitto tra Israele e Palestina non può(e non deve) passare inosservato come se nulla fosse, specie in questi giorni, dal 15 Maggio infatti (giorno della Nakba, che tradotto significa giorno della catastrofe, ovvero il giorno successivo alla proclamazione dello stato d'Israele nel 1948) migliaia di palestinesi e filo-palestinesi si sono radunati a Gaza, in Cisgiordania ed altri territori di confine per manifestare contro Israele, gli inevitabili scontri hanno portato a decine di morti e centinaia di feriti.

Ora, è impossibile riscrivere la storia del conflitto israelo-palestinese in un solo articolo, ma provo a riassumervi brevemente(per chi non lo sapesse) cosa accadde e cosa sta accadendo:

Erano i primi anni venti quando la Palestina, all'epoca sotto l'Impero Ottomano ma gestito dalle forze militari britanniche in quel momento, è stata da sempre obiettivo di conquista dei sionisti che hanno considerato quelle terre come territorio del popolo ebraico(Terra Santa appunto), mentre il popolo palestinese che ci viveva da sempre la riteneva terra araba, la stessa opinione riguardava anche i paesi confinanti e filo-arabi quali Egitto, Giordania, Arabia Saudita, etc...

Ma è già dal 1928 che l'arrivo di sempre più numerosi ebrei in territorio palestinese ha portato alla nascita di conflitti interni tra ebrei e arabi, il tutto ebbe la sua escalation nel Maggio del 1948 quando venne ufficialmente proclamato lo stato d'Israele con l'appoggio della Gran Bretagna e dell'ONU, spacchettando di fatto il territorio palestinese.

Il popolo palestinese non si è mai dimostrato disponibile a tale "ospitalità" generando di fatto numerosi conflitti negli anni a venire, conflitti che hanno visto Israele quasi sempre trionfare(grazie ad un esercito forte e all'appoggio dei paesi ONU) e portare progressivamente via territori alla Palestina, fino a renderla quasi inesistente, tale progressione territoriale israeliana ha portato quasi settecentocinquantamila palestinesi a dover abbandonare le proprie terre e a rifugiarsi all'estero, in particolare in Libano ed Egitto.

Il punto di svolta si ha nel 1967, ovvero quando sia Israele che l'ONU si rendono conto di non poter sottovalutare l'identità e la resistenza palestinese, si apre quindi un trattato in cui viene assegnato ad Israele quasi il 70% del territorio conteso e alla Palestina il restante 30%, quest'ultima rifiuta ogni trattativa generando così un nuovo conflitto che vede nuovamente Israele vincitore e alla quasi cancellazione della Palestina, quest'ultimo conflitto ha fatto storcere il muso anche all'ONU stesso decretando di fatto la fine di ogni tentativo di mediazione.

Alla Palestina a questo punto non resta altro che Gaza ed alcuni lembi di terra sparsi qui e là, ed inasprisce la propria ribellione attraverso una "politica" militare terroristica guidata dal famoso gruppo terroristico di Hamas, la cronaca recente è pregna degli attentati suicidi da parte di palestinesi in territorio israeliano, scelta che ha portato chiaramente la comunità internazionale a bollare il popolo palestinese come un popolo di terroristi e non meritevole di attenzione e rispetto.

Il punto da analizzare è però il seguente, quanto un popolo può sopportare l'annientamento della propria identità senza "bullizzarsi"? Quanto un popolo può provare a resistere pacificamente contro una potenza militare e politica assai superiore alla propria? E' chiaro come quindi la rabbia del popolo palestinese si è trasformata dall'orgoglio nazionale, dalla difesa della propria identità ad odio contro un altro popolo che ha trionfato nell'oppressione del proprio, il che non giustifica certo ogni forma di attentato alla vita altrui, ma la spiega, la racconta, mostra l'evoluzione antropologica che ha portato oggi parte del popolo palestinese ad agire in questo modo.

Concludendo quindi, l'Eurovision in Israele sarà tranquillo, sicuro, pacifico e gioviale, ciò che resta alla coscienza di ognuno è se volervi prender parte o meno, se accettare ciò che Israele è e ha deciso di essere o meno, se approvare (o ignorare) ciò che Israele politicamente è e decide di essere, e nulla più...ad ognuno di voi la sua scelta.

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